La moda è da sempre un riflesso della società, dei suoi valori e delle sue contraddizioni.
Per decenni, pelli e pellicce animali sono state considerate sinonimo di lusso, status e raffinatezza.
Ma dietro ogni cappotto di visone o borsa in pelle esotica si nasconde un sistema crudele, che sfrutta e uccide milioni di animali ogni anno.
L’utilizzo di animali nella fast fashion è un problema ancora attuale, più di quanto si pensi.

Immagine di freepik.com
Il Problema: L’Utilizzo di Pelli e Pellicce nella Moda
Il settore della moda, in particolare la fast fashion, ha suscitato preoccupazioni crescenti per l’uso di materiali di origine animale, come pelli e pellicce.
La domanda globale di abbigliamento accessibile e alla moda ha portato a un incremento vertiginoso della produzione di articoli contenenti questi materiali. Secondo stime recenti, oltre 100 milioni di animali vengono uccisi ogni anno per soddisfare le esigenze dell’industria della moda, compresi animali come visoni, zibellini, e conigli.
Questi numeri sollevano interrogativi significativi riguardo all’impatto etico e ambientale associato alla produzione di pellicce e pelli.
Le pellicce, un tempo simbolo di lusso e status, sono diventate sempre più comuni nelle collezioni di marchi di fast fashion. Molti dei quali utilizzano pellicce sintetiche come alternativa, ma spesso la qualità e la provenienza delle materie prime rimangono in discussione. Anche se le pelli sintetiche possono sembrare una soluzione sostenibile, la loro produzione comporta l’impiego di sostanze chimiche tossiche e un’impronta di carbonio significativa.
Dal punto di vista sociale e culturale, l’accettazione delle pellicce e pelli varia considerevolmente. Mentre in alcune culture questo tipo di materiali è visto come tradizione, in altre sta crescendo una consapevolezza e una resistenza al loro uso, sostenuta da movimenti per il benessere animale e da campagne di sensibilizzazione.
Oggi, in un mondo sempre più attento alla sostenibilità ambientale e sociale, questa pratica appare non solo eticamente inaccettabile, ma anche anacronistica. In questo articolo analizzeremo come si è sviluppata l’industria delle pellicce e delle pelli, i numeri impressionanti del suo impatto sugli animali e sull’ambiente, e le alternative ‘cruelty free’ che stanno traslando il settore verso una moda circolare.
La storia della pelliccia nella moda: da status symbol a industria globale
Nel corso dei secoli, la moda ha subito un’evoluzione significativa, iniziando con l’uso di materiali naturali come pelli e pellicce.
Questi materiali, provenienti principalmente da animali, erano considerati simboli di status e ricchezza nelle società antiche. Nel Medioevo, per esempio, l’abbigliamento in pelliccia era indossato dalla nobiltà, mentre le classi inferiori erano costrette a rivestirsi con tessuti più semplici. La disponibilità e l’eleganza di tali materiali hanno fomentato una cultura della moda basata sul consumo e sull’apparenza.
- XX secolo: la pelliccia diventa status symbol nelle élite europee e americane.
- Negli anni ’70-’80 la domanda esplode: nel 1987, secondo la International Fur Federation, la produzione globale di pellicce raggiunse il suo picco con oltre 85 milioni di animali uccisi ogni anno.
- Con il boom della fast fashion dagli anni 2000, la pelliccia (spesso “pelliccia sintetica mista” o pelle economica) viene proposta anche a prezzi bassi, rendendo il fenomeno più diffuso e accessibile.
Il risultato?
Una filiera che, oltre a sfruttare gli animali, ha alimentato consumi insostenibili e un’enorme impronta ecologica.
Negli anni recenti, tuttavia, si è assistito a un cambiamento nei valori culturali e nelle scelte dei consumatori.
Statistiche indicano un crescente interesse per materiali innovativi e sostenibili. Lo sviluppo di alternative ecologiche alle pelli animali ha guadagnato popolarità, con molte aziende che iniziano ad abbracciare pratiche più etiche. Un rapporto della McKinsey & Company indica che il 67% dei consumatori è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili. Questo dato evidenzia come la sostenibilità non sia più solo un trend, ma un fattore determinante nella scelta dei consumatori. Pertanto, le aziende che non si adeguano a queste nuove aspettative potrebbero rischiare di perdere rilevanza sul mercato.
Le campagne per i diritti degli animali e la crescente consapevolezza riguardo all’impatto ambientale dell’industria della moda hanno spinto i consumatori a riconsiderare le loro scelte, favorendo prodotti che rispettano la sostenibilità e l’umanità.
Tale evoluzione indica un futuro in cui la moda potrebbe unirsi a principi di responsabilità sociale e rispetto per gli animali, segnando una rottura significativa con il passato.
I numeri della crudeltà: l’impatto sugli animali
- Visoni, volpi, cincillà, conigli: oltre 100 milioni di animali vengono ancora uccisi ogni anno per l’industria della pelliccia.
- La Cina è il principale produttore mondiale, responsabile di oltre il 70% della produzione globale.
- Secondo la PETA, un singolo cappotto di visone può richiedere la morte di 60-80 animali.
- Anche le pelli esotiche (coccodrilli, serpenti, struzzi) continuano a rappresentare un business miliardario.
Oltre alla crudeltà, i processi di conciatura e colorazione sono altamente inquinanti: rilasciano sostanze tossiche (cromo, formaldeide) nell’ambiente e mettono a rischio la salute dei lavoratori.
Soluzioni sostenibili: niente animali nella fast fashion!
La moda senza sfruttamento animale è emersa come un’alternativa praticabile, grazie all’innovazione nei materiali e ai modelli di produzione.
I marchi che abbracciano questa filosofia stanno investendo in tessuti vegetali, come il cotone biologico, il lino e la canapa, che non solo riducono il consumo di risorse, ma anche minimizzano l’inquinamento. Al contempo, i materiali sintetici, sviluppati in modo responsabile, possono offrire soluzioni ecocompatibili, come le fibre ottenute dal riciclo di plastica o le innovazioni nel poliesteri biodegradabili.
Le alternative esistono e stanno rivoluzionando il settore moda:
- Pelle vegana: realizzata da materiali innovativi come cactus (Desserto), ananas (Piñatex), funghi (Mylo) e persino bucce di mela.
- Pellicce sintetiche eco-friendly: non più derivate dal petrolio ma da fibre riciclate, con processi a basso impatto ambientale.
- Riciclo e upcycling: riutilizzare materiali già esistenti per creare nuovi capi riduce sprechi e sfruttamento animale.
- Moda circolare: modelli di business basati su noleggio, rivendita second-hand e produzioni etiche.
Secondo un report di Grand View Research, il mercato globale della pelle vegana raggiungerà i 67 miliardi di dollari entro il 2030, segno che la domanda dei consumatori è in rapida crescita.
Una caratteristica fondamentale di queste alternative è la moda circolare, che promuove un ciclo di vita del prodotto in cui i vestiti possono essere riutilizzati, riciclati o riparati piuttosto che gettati via alla fine della loro vita utile. Questa nuova concezione di produzione e consumo non solo riduce l’impatto ambientale, ma incoraggia anche i consumatori ad adottare abitudini più consapevoli in termini di acquisto e utilizzo.
I marchi che adottano pratiche sostenibili stanno guadagnando visibilità e supporto, in quanto sempre più consumatori scelgono di investire in prodotti eticamente prodotti.
Perché non basta: le sfide ancora aperte
- Molti brand utilizzano la parola “eco” o “green” come forma di greenwashing, senza un reale impegno.
- Le alternative sintetiche, se non certificate, possono comunque avere un impatto ambientale elevato.
- Servono leggi più severe per vietare l’uso di animali nella moda e maggiore trasparenza nelle filiere produttive.
Conclusione
La moda non dovrebbe mai significare sofferenza animale.
I numeri parlano chiaro: milioni di vite spezzate ogni anno per un vezzo estetico che oggi può essere facilmente sostituito da soluzioni etiche e sostenibili.
La moda del futuro è cruelty free, innovativa e rispettosa dell’ambiente. Come consumatori, abbiamo il potere di orientare il mercato: ogni scelta d’acquisto è un atto politico.
Scegliendo alternative senza pelle e pelliccia, sostieni un sistema di moda circolare, più giusto, moderno e realmente sostenibile.
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